VINI DOC E IGT
La denominazione Marca Trevigiana IGT rappresenta una delle più importanti aree vitivinicole della regione Veneto.
Il mondo dell’agriturismo e dell’enogastronomia, rappresenta un momento di incontro diretto tra produttore e consumatore.
La gastronomia trevigiana è un’arte culinaria che si è sviluppata nella regione del Veneto, in Italia, tra le più eccellenti.
Questa cucina regionale è influenzata dalla cultura contadina e dalla disponibilità di prodotti locali, come verdure, carni e formaggi.
Tra le specialità gastronomiche trevigiane ci sono:
Inoltre, la gastronomia trevigiana comprende anche prodotti caseari come il formaggio di tantissimi tipi e degustazioni, e prodotti a base di carne come il prosciutto e il bollito misto.
La gastronomia trevigiana è anche nota per la produzione di vini locali, come il Prosecco e il Piave, che sono spesso serviti come accompagnamento ai piatti della regione.
In sintesi, la gastronomia trevigiana è una fusione di tradizione e innovazione, che offre piatti deliziosi e autentici che rispecchiano la cultura e la storia della regione.
EVENTII funghi solo in stagione, la Sopressa con la polenta tutto l’anno: questo è l’antipasto tipico delle osterie trevigiane, spesso servito anche con l’aggiunta di formaggio come la Casatella Dop o il Montasio.
La Sopressa trevigiana, vera protagonista del piatto, è rigorosamente tagliata spessa al coltello; prodotta secondo la tradizione con il 70% di carne magra insaporita con grasso, pancetta, pepe, cumino, chiodi di garofano.
La pasta e fagioli nella Marca trevigiana è un’istituzione. Viene servita come una zuppa densa di fagioli borlotti o di Lamon passati in una vellutata cremosa mescolati con pasta formato ditalini.
A volte è insaporita con cotenna o guanciale e un leggero soffritto. La ricetta tradizionale prevede di servirla con radicchio tardivo crudo sul fondo del piatto e una spolverata di pepe.
La Pevarada è una salsa saporita usata per accompagnare carni bianchi, cacciagione e volatili come coniglio, faraona e fagiano.
Si prepara tritando fegatini con salumi e insaccati, insaporiti con spezie tra cui bacche di ginepro e pepe.
Ogni cucina e famiglia ha la sua ricetta di Pevarada, che viene preparata in modi diversi.
La zona di produzione della DOC Piave si trova tra la fascia collinare Trevigiana ed il Friuli, con il Montello a nord e la laguna veneziana a sud, lungo l’asse del fiume Piave.
Il nome della denominazione deriva da quello del fiume Piave che ne attraversa il territorio. L’intera area riconducibile all’attuale zona DOC Piave era interessata alla coltura della vite già in epoca pre-romana, ma le prime testimonianze concrete sulla viticoltura nella zona risalgono alla dominazione asburgica: ai primi del ‘900 la provincia di Treviso per consistenza del vigneto e produzione di vini, era al secondo posto tra le province venete. Le prime iniziative per la tutela dei vini del Piave risalgono agli anni ’50 e nel 1971 viene riconosciuta la denominazione di origine per i vini Piave DOC.
I vini rossi della DOC Piave sono caratterizzati da elevata struttura, grande equilibrio fra le diverse componenti e un’elevata morbidezza al palato. Il loro colore è rosso rubino più o meno intenso, con riflessi violacei, talvolta granati con l’invecchiamento. Il profumo è fragrante e intenso e, a seconda dei vitigni, si possono riscontrare i sentori di frutti rossi, ciliegia, frutta matura, note speziate, erba fresca o secca, tabacco o di tostato. I vini bianchi e aromatici, ottenuti con produzioni più elevate, presentano minori livelli di gradazioni zuccherine e tenori acidi e sono caratterizzati da profumi floreali, di frutta e di crosta di pane fresco.
La zona interessata dalla Denominazione Prosecco DOC è situata nella parte nord orientale dell’Italia ed è caratterizzata da un’area fondamentalmente pianeggiante con alcune zone collinari.
Il clima di quest’area veneto-friulana è temperato, grazie alla catena montuosa delle Alpi che funge da barriera alle correnti fredde settentrionali e al mare Adriatico attraverso il quale i venti di scirocco determinano una sufficiente piovosità soprattutto durante i mesi estivi, mitigando la temperatura e apportando la quantità idrica necessaria alla vite nelle fasi di accrescimento dei germogli e dei grappoli.
I primi documenti in cui si parla del Prosecco risalgono alla fine del ‘600. Dal ‘700 in poi la produzione del Prosecco si è spostata e sviluppata prevalentemente nell’area collinare veneto friulana. Nella fascia pedemontana, in particolare nelle colline trevigiane, il Prosecco trova il suo terroir d’elezione e grazie alla fama dell “Prosecco di Conegliano Valdobbiadene” la coltivazione delle uve per la sua produzione ha cominciato a interessare anche i territori pianeggianti, diffondendosi prima nella provincia di Treviso e successivamente in altre province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia.